COMUNE DI GUSPINI

COMUNE DI GUSPINI

Situato in una conca, alle pendici del Monte Santa Margheritae de Su Montixeddu, Guspini, occupa un vasto territorio che si estende dai confini dell’oristanese fino ai rilievi metalliferi dell’Iglesiente.

l ricco patrimonio naturale, offre al turista paesaggi ed emozioni indimenticabili.

Tra i boschi di lecci e di sughere, fino ai margini del centro abitato, si possono incontrare bellissimi esemplari di Cervo Sardo che qui, in seguito a un importante lavoro di reinserimento, trova oggi un habitat decisamente favorevole.

Percorrendo le strade del paese è possibile scoprire scorci suggestivi: case di terra si alternano a palazzine liberty, fonti romane e chiese dalle caratteristiche decorazioni in pietra. Alcune case tipiche allestite e aperte al pubblico raccontano, attraverso le ambientazioni, gli oggetti e le architetture, la vita del tempo passato.

Nel caratteristico borgo minerario di Montevecchio ci si immerge nel modo delle miniere: un vero patrimonio storico per l’intero territorio.

MINIERA DI MONTEVECCHIO

A Guspini, tra i monti e i boschi di querce e lecci si nasconde un posto affascinante, ricco di storia e di magia: le Miniere di Montevecchio.

Il patrimonio industriale dismesso e oggi in parte recuperato, attraverso le architetture e la tecnologia dell’epoca, ci riporta indietro nel tempo, alla scoperta della vita del minatore e di un epopea di cui ancora oggi restano importanti tracce.

Nella palazzina direzionale si respira lo sfarzo che caratterizzava la borghesia di fine Ottocento. Il suo fiore all’occhiello è la Sala blu i cui raffinati decori contrastano con la sobrietà degli ambienti più poveri del piano superiore, riservato alla servitù.

Le strutture dei cantieri minerari, abbandonati in seguito alla chiusura delle attività estrattive, affascinano e meritano sicuramente una visita. Alcuni di essi sono stati recuperati e resi fruibili mentre altri, non meno affascinanti, sono rimasti inutilizzati e fanno parte integrante del caratteristico paesaggio minerario, che è possibile ritrovare in tutte le aree minerarie della Sardegna ma che, a Montevecchio, costituisce un unicum che non teme concorrenti.

CHIESA DI SAN NICOLò

Passeggiando per le vie del centro storico di Guspini, non si può non capitare nei pressi della chiesa di San Nicolò: il grande edificio, realizzato in stile tardo gotico, domina la piazza XX Settembre e incanta tutti grazie al suo alto campanile e l’elaborato rosone collocato sulla facciata. 

La chiesa risale al 1625, quando l’imponente edificio che conosciamo oggi era ancora un impianto cruciforme eretto su una collina calcarea, la quale ospitò un nucleo abitato o un piccolo castro romano. Nei secoli, la chiesa venne spesso ampliata e modificata nella sua struttura: nacquero nuove cappelle che si aggiunsero al corpo originario, venne realizzata una volta a botte. Alla fine del secolo vennero intrapresi anche i lavori di costruzione del magnifico campanile, sul quale venne collocato il primo orologio pubblico con quadrante in marmo del tedesco Jayme Vam Stroy

Al suo interno è ancora possibile ammirare alcune opere artistiche riconducibili all’arte spagnola in Sardegna, così come un organo a canne del 1768, costruito dal milanese Giuseppe Lazzari e recentemente restaurato. 

BASALTI COLONNARI

Nel centro del paese, un piccolo cono di origine vulcanica conosciuto come “cuccureddu de zeppara” ospita le caratteristiche “canne d’organo”, colonne di basalto dalla sezione prismatica, utilizzate anticamente come materiale da costruzione insieme al granito e ai tradizionali mattoni di fango e paglia. Quest’opera d’arte naturale è una formazione geologica rarissima – è stato dichiarata monumento naturale e patrimonio dell’Umanità dall’Unione europea – è originato dal raffreddamento lento e graduale della lava, che ha creato perfette fessure verticali delle colonne, che delimitano prismi a sezione poligonale. Nonostante si erga al centro del paese, attorno ai basalti colonnari si possono ammirare verdi prati sulla dolce collina, che rendono il paesaggio ancora più suggestivo.  

Le canne d’organo guspinesi sono uno degli esempi di maggior rilievo in Italia e in Europa: sul territorio nazionale è riscontrabile solo in Veneto e in Sicilia e, nel resto del Vecchio Continente, solo in Islanda. Nel resto del pianeta, invece, simili conformazioni si ammirano esclusivamente in Patagonia e India.

PARCO GENTILIS

Guspini, tra le sue numerose attrazioni, può vantarne tante di tipo naturale: una di queste è Gentilis, un verdissimo parco naturale che fa parte del territorio del Monte Linas, ricco di vegetazione e di fauna locale.

All’interno del parco di Gentilis, immersa in un bosco di lecci che in alcuni punti lascia spazio alla sughera, si trova un’area attrezzata con tavoli e panchine, particolarmente apprezzata come luogo di svago e ristoro durante i mesi estivi, anche per la presenza di una sorgente.

La zona ospita numerose specie animali tra cui il cinghiali, la martora, la volpe, la donnola, il gatto selvatico, il coniglio, la lepre, il porcospino e il topo quercino. Tra gli uccelli ricordiamo la ghiandaia, il gheppio, la poiana, lo sparviero, pernici, il falco pellegrino.

Parte del territorio è caratterizzato da porzioni più o meno estese di boschi di leccio o misti, di leccio e sughera; il resto del territorio è caratterizzato dalla macchia bassa a prevalenza di corbezzolo.

CHIESA SANTA MARIA DI MALTA

La chiesa di Santa Maria di Malta è l’edificio più antico presente all’interno del centro abitato di Guspini. La chiesa risale all’XI – XII secolo, ma di quell’epoca conserva solo la facciata romanica riportata alla luce negli ultimi restauri. Di stile Romanico – Pisano, l’edificio era annesso ad un antico monastero, oggi scomparso, in un luogo ricco di acque sorgive perenni. La presenza nelle vicinanze della fonte nota come “Sa Mitza de Santa Maria” e di queste acque, ne facevano meta costante dei pellegrini che ne raccoglievano il prezioso liquido ritenuto terapeutico e miracoloso. Si pensa che i cavalieri avessero la loro fondazione presso la chiesa di Santa Maria di Malta con il sostegno del giudice Guglielmo che probabilmente finanziò alcune delle opere edilizie che servirono per ampliare la chiesa tra cui l’aggiunta del simbolo del casato sotto l’archetto pensile della facciata.

MUSEO MULINO GARAU

Il Mulino Garau, edificio storico del paese di Guspini, rappresenta un’importante testimonianza della storia della produzione prevalentemente agricola del centro abitato e del territorio del Campidano. Fu uno dei più grandi Mulini della Sardegna: numerosi agricoltori del Campidano versavano il grano per ricevere i prodotti lavorati dai macchinari del Mulino – che, prima dell’arrivo dell’energia elettrica nell’abitato, lavoravano grazie alla forza dell’acqua – come farina, semola e crusca. 

L’edificio, costruito nel 1918 e collocato nel centro abitato del paese – in una zona che un tempo era ricca di fonti d’acqua – è attualmente la sede di un’azienda agricola locale che garantisce la visita dello stabile nella sua completezza: si possono visitare gli spazi nei quali un tempo si lavorava il grano, nonché i macchinari utilizzati storicamente e recentemente restaurati. 

sa rocca inquaddigada

Nei bellissimi monti di Guspini, che circondano il paese per una sua parte, si possono trovare scorsi e monumenti naturalistici incredibilmente suggestivi, immersi nel silenzio e nel verde della macchia mediterranea: uno di questi è Sa Rocca Incuaddigada. Questa è una caratteristica formazione granitica formata da un grande monolite granitico che poggia su un gruppo roccioso assumendo l’aspetto che ha suggerito il nome che, in italiano, suonerebbe come “roccia a cavalcioni”. In passato sopra il grosso masso se ne trovava uno ulteriore, più piccolo, come testimoniano alcune foto d’epoca. Non è chiaro se il masso più piccolo sia stato rimosso per paura di una sua caduta a valle o per utilizzarlo come materiale lapideo. La roccia si può raggiungere attraverso un sentiero che, dalla zona di Sa Tella, attraversa il bosco del monte Santa Margherita. 

NEAPOLIS

In prossimità del sistema lagunare formato dagli stagni di Marceddì, San Giovanni e Santa Maria, Guspini conserva con onore un importantissimo tesoro: il sito archeologico di Neapolis, che racconta di una Sardegna lontana, ai tempi calpestata da popolazioni fenici-puniche che ci hanno lasciato un’importante e meravigliosa testimonianza del loro passato. 

L’insediamento umano nel territorio è documentato, allo stato attuale degli studi, a partire dal tardo Neolitico. Il territorio Neapolitano è caratterizzato da un ambiente rurale ancora integro che conserva numerose tracce del passato: nuraghi, ville romane e antichi pozzi. La città fu sotto controllo fenicio-punico e successivamente romano.

Neapolis (in sardo Nabui) ovvero “nuova città”, allo stato attuale delle ricerche conserva inoltre alcune aree specifiche della città romana, come terme e castrum, grandi terme, strade, cisterne e un’area monumentale. 

monte granatico

Nel cuore di Guspini si può ammirare un antico monumento, testimonianza di una lunga storia e di una sempre presente economia agricola che caratterizza il territorio del campidano: il Monte Granatico di Guspini. Fondato nel 1686 – si discute anche sulla possibilità che sia stato fondato un anno dopo, nel 1687 -, quello di Guspini è uno dei monti più antichi della Sardegna: nel 1770 contava già 20 dipendenti e, un secolo dopo la sua fondazione, viene inserito negli elenchi redatti dal Cossu secondo la diocesi. La costruzione attuale, di grandi dimensioni, sembrerebbe il risultato di un successivo ampliamento in senso longitudinale. Il Monte Tempo (questo il nome dato al museo enciclopedico multimediale al suo interno) suggestivo e interessante per le caratteristiche dell’edificio e per la funzione che svolgeva negli anni di attività del Montegranatico.

All’interno è possibile visitare, inoltre, la mostra: “Gente di miniera”.

nuraghe saurecci

Guspini, tra i numerosi punti di interesse, può vantare il maestoso nuraghe Saurecci o Sa Ureci, situato a 176mt sul luvello del mare e particolarmente vicino ai nuraghe Melas, Bruncu ‘e S’Orcu e  Urradili, a chiusura quasi di un’area di controllo di tipo “triangolare”. 

Di dimensioni notevoli (copre un’area di quasi 4000 metri quadrati)è composta da quattro torri collegate da una cinta muraria di forma romboidale, motivo per il quale è definito “fortezza nuragica”. A causa del crollo parziale delle torri, oggi solo una risulta accessibile.

Dalla fortezza, che è stata costruita astutamente in una posizione strategica, si può ammirare la piana del campidano, la catena montuosa del Linas e alcuni nuraghi in territorio di Pabillonis.